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Maria Greco, detta Maria Teresa, nome col quale firma tutti i suoi lavori e la sua corrispondenza, nasce a Napoli il 16-4-37 ed ivi abita in Vico Cappuccinelle, 8.
I suoi genitori erano entrambi di Tito e fra Tito, Picerno e Potenza ha trascorso molti periodi della sua fanciullezza e adolescenza. Si laureò in lettere classiche presso l’Università di Napoli il 9 novembre 1959, con la tesi Monografia sul dialetto di Picerno, che in seguito si classificò come diciassettesima in un concorso nazionale per n. 100 di borse di studio annuali. Ebbe come relatore il titolare della Cattedra di Glottologia, Giovanni Alessio, che, un mese dopo la laurea, la nominò assistente volontaria, servizio che svolse per un triennio, al termine del quale, per improrogabili ragioni di famiglia, dette le dimissioni. Si dedicò quindi all’insegnamento superiore, che ha svolto con molta gioia ed interesse. Conseguì l’abilitazione all’insegnamento Classe Ic, nell’Esame di Stato indetto con D.M. 2-4-63, l’abilitazione all’insegnamento Classe I nell’Esame di Stato indetto con D.M. 15-8-64; l’idoneità nel concorso a cattedre Tab. 3 cl, indetto con D.M. 2-4-63; la titolarità nel concorso a cattedra Tab. A II, indetto con D.M. 20-6-64.
Partecipò in qualità di docente di italiano al corso abilitante speciale n. 12 classe 38 nell’a.s. 1971-72 e, perché intendeva far esperienza della didattica per adulti e approfondire alcuni argomenti, in special modo la storia della rivoluzione industriale, ed era anche interessata a verificare questo sistema di reclutamento dei docenti, partecipò in qualità di docente di storia al corso abilitante ordinario n.1 classe 38 nell’a.s. 1974-75. Rifiutò in seguito successivi incarichi dello stesso genere, sulla validità dei quali le sembrava che potessero esserci molte riserve, preferendo impegnarsi nell’insegnamento scolastico. Dopo altri incarichi in cui aveva curato di variare le materie oggetto del suo insegnamento, come titolare di cattedra ha insegnato prima all’I.T.I.S ’’E. Fermi’’ di Napoli, dal 1967-68 al 1978-79 e poi, dal 1979-80 al 1993-94, al Liceo classico ‘’Umberto I’’, di Napoli, dando la sua preferenza all’insegnamento ginnasiale che, con la sua ricchezza di argomenti e materie, le sembrava il più idoneo alla conoscenza ed alla formazione dei giovani.
Dal 1994 è in pensione dal suo lavoro scolastico ed ha potuto impegnarsi a tempo pieno nella ricerca, nella elaborazione dei dati, nell’impegno di conoscenza e promozione della cultura, principalmente dei comuni appartenenti al gruppo dialettale galloitalico di Basilicata. 

Negli ultimi anni ’60 aveva partecipato ad un triennio sullo strutturalismo, organizzato dalla prof.ssa Marlena Fabris presso l’Università di Napoli, avendo per l’ultimo anno il ruolo, retribuito, di responsabile di un gruppo di lavoro.
MTGreco1Fra il 1975 ed il 1980 è stata segretaria di una piccola sezione di un partito che si occupava molto del territorio; la sezione, pur incidendo su una zona di modestissima estensione, fece un buon lavoro politico e sociale e produsse anche alcuni quadri intermedi. L’esperienza le fu importantissima, oltre al resto, quando nella sua attività di dialettologa dovette impegnarsi nel lavoro sul campo, principalmente nelle inchieste dirette.

Nel 1984 Mario Romeo, allora Presidente della Comunità Montana del Marmo-Platano, le propose di pubblicare la sua tesi di laurea; le fu così offerta l’occasione di riprendere gli amati studi di dialettologia. Nel 1991 pubblicò, presso la E.S.I. di Napoli, il Dizionario dei dialetti di Picerno e Tito, interessanti anche perché galloitalici; con molta generosità il lavoro le era stato guidato e prefato dal titolare della cattedra di Filologia Romanza dell’Università di Napoli, Alberto Varvaro. Il Dizionario ha avuto riconoscimenti in ambito nazionale ed internazionale. Questo, poiché il lavoro era stato condotto fra molte, e spesso gravi, difficoltà ed in gran solitudine, la ripagò in abbondanza. Ha continuato ad impegnarsi su questi dialetti, affiancandovi studi sul dialetto napoletano per l’«Atlante linguistico dei Laghi Italiani», un progetto nazionale guidato dal prof. Giovanni Moretti dell’Università di Perugia, e su un gergo del napoletano, la parlèsia, che è culminato nel 1997 con la pubblicazione de I vagabondi Il gergo I posteggiatori. Dizionario napoletano della parlesia, che ha avuto molti riconoscimenti espressi in comunicazioni private, segnatamente da Giorgio Barberi-Squarotti, che si proponeva di lemmatizzarlo per il GDLI; ma anche da Pietro Camporesi, Giovanni Ruffino e Max Pfister, che si proponeva anch’egli di lemmatizzarlo per il LEI; queste gratificazioni le sono state di molto conforto, ma il volume ha ricevuto anche riconoscimenti ufficiali: la E.S.I. ricevette un riconoscimento nell’ambito del premio Pitré-Salomone Marino a Palermo nel 1997 e l’autrice fu premiata nel Premio G. A. Arena, città di Acri, nel 1998.
Ancora nel 1997 uscì, presso le Edizioni Ermes di Potenza, Non per nostalgia ..., una raccolta di etnotesti, da lei trascritti, rivisti e annotati, e di poesie popolari di cui si occupò la prof.ssa Lorenza Colicigno, lavoro con il quale inizia la sua collaborazione con autori locali, convinta che dal loro impegno, opportunamente guidato, potessero venire conoscenze ampie ed inedite sulle culture locali per il mondo degli studiosi, e soprattutto la consapevolezza della proprio cultura da parte della comunità tutta, che si avverte come soggetto, non oggetto, di questo recupero.

L’impegno antropologico ed etnografico presente nei suoi lavori fu notato, fra gli altri, da Tullio Seppilli, dell’Università di Perugia, e da Giovan Battista Bronzini, dell’Università di Bari, in comunicazioni orali, ancorché pubbliche, e da Domenico Scafoglio, titolare delle cattedre di ‘Antropologia culturale’ e ‘Storia delle tradizioni popolari’ nell’Università di Salerno (Fisciano), che la nominò ‘cultrice della materia’ presso entrambe le cattedre dal 1996, fin quando l’impegno per la ricerca toponomastica ne assorbì tutto il tempo, pur conservando ottimi rapporti con il prof. Domenico Scafoglio e con le cattedre.
L’impegno di ricerca sul territorio per il Dizionario in qualche modo condusse Mario Romeo, divenuto Sindaco di Picerno, ad incontri fecondi con l’Università di Basilicata che ebbero come risultato un convegno in memoria di G. Rohlfs, «Le parlate lucane e la dialettologia italiana», 2-3 dicembre 1988, Potenza–Picerno, che vide la presenza di studiosi italiani e stranieri.

Nell’anno scolastico 1988-1989 si progettò e poi si tenne a Picerno ‘una mostra degli oggetti e dei costumi del mondo della cultura rurale ed artigianale’ con “la consulenza della prof. Maria Teresa Greco e del contadino Antonio Figliuolo, la partecipazione appassionata ed interessata degli allievi artefici principali della riscoperta di un mondo ad essi sconosciuto, il coinvolgimento attivo delle famiglie che a buon diritto entravano nei meccanismi educativi dai quali spesso sono lontani, l’opera di costante coordinamento condotta con competenza e dinamismo dal prof. Gennaro Colucci, Direttore Didattico del Circolo di Picerno”, per citare lo stesso Mario Romeo in Picerno tra passato e presente, Tipolitografia Armento & e C. Potenza, 1990, p.7-8, libriccino che presenta anche con immagini il lavoro svolto.

Dal maggio del 1999 fino al 2001 è stata impegnata con il ‘progetto LEADER II’ del G.A.L. Basilicata Nord-Occidentale per l’esecuzione del “Progetto Toponomastica” da lei stessa presentato e che ha previsto la formazione di quindici giovani, uno per ciascun Comune delle due Comunità Montane del Marmo-Platano e del Melandro, affinché fossero in grado di raccogliere i microtoponimi, sia quelli ufficiale che quelli di esclusiva tradizione orale e quindi in dialetto, ciascuno del proprio Comune, e di trascriverli in scrittura fonetica IPAKIEL e semplificata; così sono stati realizzati quindici volumi dedicati alla toponomastica di ciascun Comune, la cui pubblicazione è stata completata nel 2003.

La formazione, curata da professori dell’Università di Basilicata e, per la fonetica, dal prof. Pietro Maturi dell’Università di Napoli, era stata concepita anche per formare un nucleo forte di giovani che potessero inserirsi nella vita del proprio Comune e, magari, della Regione, con consapevolezza e propositività, quasi tecnici del territorio; e questo è avvenuto: i giovani hanno tutti risolto loro problemi personali, hanno terminato studi sospesi, si sono inseriti brillantemente a vari livelli nell’attività lavorativa, una è stata vicesindaco, un’altra è segretaria di una eminente personalità politica, un’altra ancora ha collaborato con l’Assessorato alla Cultura della Regione Basilicata ed in questo periodo un’ultima ha curato la trascrizione fonetica del volume di Anna Fiorellini, I quaderni di Anna, pubblicato nel 2008.
Il “Progetto Toponomastica” partiva dalla consapevolezza che ormai si possa attuare una dialettologia fatta dagli stessi dialettofoni, dal momento che ormai chi parla o comprende il dialetto è spesso dotato di studi superiori e di ampie capacità di elaborazione, che gli permettono di esprimere al meglio, se guidato, la ricchezza della sua cultura, di cui è naturale portatore; al dialettologo si demanda il compito di guida, di correzione, di elaborazione dei dati, qualche volta, se ne sia il caso, anche di progettazione. La raccolta è stata in modesta misura anticipata dalla Toponomastica di Marsiconuovo, pubblicato nel 1992, insieme ad Antonio Lotierzo, ma il suo interesse per la toponomastica risale al periodo della collaborazione con il prof. Giovanni Alessio, da cui apprese l’importanza fondamentale di questa disciplina per la conoscenza delle culture, in tutti i sensi, e delle lingue succedutesi sul territorio, a cominciare dal patrimonio prelatino.
Il “Progetto”, e la raccolta degli ‘Indicatori geografici’ di ciascun Comune, è stato presentato il 5 ottobre 1999 in Roma, a Palazzo Barberini, da Ugo Vignuzzi, dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, da Emanuele Giordano, dell’Università di Potenza, da Francesco Avolio, dell’Università dell’Aquila, con la partecipazione di Laura Cassi, dell’Università di Firenze. La sua realizzazione e la pubblicazione di quattordici dei quindici volumi previsti venne presentata il 12 aprile 2002 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi della Basilicata dall’On. eurodeputato Gianni Pittella e dai professori Rita Librandi, Fernando Mirizzi, dell’Università degli Studi della Basilicata, e Pietro Maturi. Il lavoro è stato poi presentato a Sappada, nel corso del convegno "Italiano strana lingua" del 3-7 luglio 2002. Nel 2003 a febbraio, in occasione di Galassia Gutemberg l’opera è stata infine presentata da Edgar Radtke, dell’Università di Heidelberg, da Rita Librandi, Preside della Facoltà di Lettere nell’Università di Basilicata e da Pietro Maturi, dell’Università Federico II di Napoli. Nel giugno del medesimo 2003 escono il quindicesimo volume del ‘’Progetto’’ concernente Ruoti, e il volume degli ‘’Indicatori Geografici’’, da lei curato, con contributi di Pietro Maturi e di Francesco Avolio, dell’Università dell’Aquila, e la presentazione di Ugo Vignuzzi.

Nel 2003, in quanto studiosa del galloitalico di Lucania, propose all’ATP Basilicata la realizzazione di un sito che riguardasse i comuni galloitalici di Basilicata; essendo stata accettata la proposta partecipa alla sua realizzazione in qualità di ‘presidente del comitato tecnico-scientifico’, composto da Edgar Radtke, Università di Heidelberg, Fiorenzo Toso, Università di Udine, Francesco Marano, Università di Basilica. Il sito è stato realizzato nel 2004 con l’indirizzo www.galloitalico.it e con l’apporto attento e costante di Tonino Cuccaro, dell’APT Basilicata.
Continuando nel suo impegno di testimonianza e valorizzazione della cultura popolare dal 2002 lavora alla Storia di Maria, la vita di una donna di Picerno di cui cura la trascrizione mentre Mario Romeo ne cura la traduzione ed il commento si che ne risulta quasi una storia della cultura di Picerno negli anni ’50. Il libro, pubblicato nel 2004, riceverà una menzione per la saggistica in occasione del premio Basilicata 2006.
Dal 2002 è iscritta all’Associazione Culturale “Giustino Fortunato”, sita a Napoli in Via Tarantini, 1, e partecipa del suo impegno a favore della conoscenza e diffusione della cultura lucana (meno in questo ultimo anno per eventi domestici). Ma l’impegno a pro della cultura lucana si svolge ininterrottamente con contatti sul territorio miranti ad incoraggiare ed ad aiutare le iniziative culturali di enti e di singoli che si rivolgano a lei secondo l’assunto, che aveva ispirato il ‘Progetto Toponomastico’, della dialettologia fatta dai dialettofoni. Accettò perciò gli inviti del Circolo Culturale “Il Portale” di Pignola, presidente Bruno Mario Albano, a partecipare e a concludere le iniziative svolte con la scuola nel 1998 e nel 1999, se ben ricorda le date; partecipò nell’agosto del 2003, come testimonial, ad una serata galloitalica voluta dalla comunità pignolese e organizzata dalla Pro–Loco “Il Portale” e prende parte alle manifestazioni locali, soprattutto di Picerno e Tito, quando ne richiedano la presenza.
Nello stesso 1999 presenta il volume di Francesco Di Carlo, Proverbi e detti Balvanesi, RCE, Napoli-Brienza, 1999, che, sollecitata da Mario Romeo, aveva seguito nella sua elaborazione.

Segue con particolare attenzione l’impegno culturale del comune di Tito (Pz), di cui erano nativi i suoi genitori ed al quale si è sempre sentita particolarmente legata, e nel 2004 segue il lavoro dell’“Associazione donne ’99”, presidente Luisa Salvia, che si conclude con il libriccino Donne di ieri … Donna sempre, stampato a Potenza da S.T.E.S., di cui cura la presentazione, e vi partecipa, nella sede dell’Associazione Culturale “Giustino Fortunato” di Napoli, come pure partecipa alla presentazione curata dall’Associazione Lucana di Salerno. In seguito accompagna la composizione di Tito: storie e sapori, curato da Luisa La Torre, Luisa Salvia, Teresa Tommasini, stampato a Potenza da S.T.E.S. nel 2005, e ne cura la presentazione nella sede dell’Associazione Culturale “Giustino Fortunato”.
Il Comune di Tito, su proposta del Sindaco, Pasquale Scavone, ne riconobbe l’impegno conferendole la cittadinanza onoraria di Tito nella seduta comunale del 1 luglio 2005.
Adoperandosi a favore della cultura lucana, in particolare quella legata ai dialetti galloitalici ha cercato di promuovere un lavoro di toponomastica a Rivello; nel 2005 scrive la Prefazione per la 2a ed. del Il dialetto trecchinese di Leandro Orrico, Castrovillari, Grafica del Pollino, 2006 e nel 2007 ha partecipato alla presentazione di questo dizionario a Trecchina; il 2-3-2008 ha presentato a Pignola il Vocabolario del dialetto di Pignola di Sebastiano Rizza, Grafica Saturnia, Siracusa, 2007, ed ha esortato l’autore ad inviare il volume a Fiorenzo Toso, ad Edgar Radtke, ed a Max Pfister, che ne farà oggetto, insieme al Vocabolario del dialetto galoitalico di Aidone di S. Roccuglia di una successiva comunicazione tenuta a Messina. Il 9-3-2008 ha presentato a Potenza I quaderni di Anna di Anna Fiorellini, STES Editore, 2008.

Perseguendo sempre una più ampia conoscenza del galloitalico ha cercato anche di incoraggiare la composizione di un Dizionario dialettale in Cilento, che comprendesse i dialetti ritenuti galloitalici, ed anche qui accompagna progetti di studio e di lavoro.
Il 2 giugno 2007 a Cassano allo Ionio ha ricevuto dall’I.S.D.D. (Istituto di Ricerca e di Studi di Demologia e di Dialettologia) il Premio per la Linguistica nella XII Edizione del Premio Cassano, presentatori Pasquale Caratù e Annaluisa Rubano dell’Università di Bari.
Nel 2008 è premiata quale ‘lucana insigne’: “Tra i premiati, la professoressa Maria Teresa Greco, nata a Napoli, che ha contribuito in modo sostanziale alla diffusione ed alla conoscenza dell'identità lucana in campo letterario. Autrice, tra le molteplici sue opere, del "Dizionario dei dialetti di Picerno e Tito" che ha avuto ampia eco internazionale anche per le difficoltà insite nella ricerca che ha comunque dato esiti entusiasmanti, a partire dalla riscoperta dell' esistenza di oasi linguistiche galloitaliche in Basilicata”.
Attualmente è impegnata in un lavoro sulla toponomastica storica di Picerno e Tito, a partire dai Catasti Onciari e dai relativi Squarciafogli e Rivele della metà del XVIII sec.; il lavoro di spoglio, che ha prodotto dati per circa 600 pagine, è cominciato negli anni ’90 e ne sono stati già tratti due articoli - Riflessioni in margine alla toponomastica storica di Picerno e Tito (Pz) e Il lavoro degli animali nel Catasto Onciario 5276 -; con questo lavoro spera di dare un quadro definitivo delle componenti linguistiche dei dialetti di questi due comuni e di completarne così lo studio. Chi scrive teme che in questa esposizione possa esserci qualche errore nella cronologia, poiché non sempre aveva curato la registrazione dei suoi impegni.

SICILIA
Un ultimo spunto di riflessione
Come si sa abbiamo dialetti così detti galloitalici in Sicilia, in Basilicata e nel Cilento, ma non abbiamo nessun documento che ci illumini circa la loro origine; ci sono ipotesi, sulle quali non mi soffermo, sia sul luogo di provenienza dei portatori di questi dialetti che sul periodo in cui sarebbero venuti. Espongo qui la mia opinione, non suffragata da nessuna prova documentale. Mi ha colpito che la galloitalicità di paesi confinanti, come, per es., Picerno e Tito, manifesti caratteri diversi. In Sicilia, nel XIII sec., particolarmente nel periodo degli eventi che vanno sotto il nome di ‘Vespri Siciliani’, erano presenti forze militari provenzali più che francesi, che operarono in Sicilia e in Campania. È probabile che gli uomini fossero organizzati in reparti secondo il luogo di provenienza ed è possibile che in occasioni di diserzioni o sconfitte, questi gruppi cercassero rifugi. Non mi sembra probabile che piccoli nuclei di pastori e contadini si provassero a scacciare uomini armati ed adusi ad adoperare le armi; è credibile invece che questi uomini venissero accolti come difesa verso nemici esterni o interni, e magari auspicati come mariti di figlie e sorelle, per la protezione e la forza lavoro che potevano dare.